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trekking cime

Il pizzo Tambò - 3269 mt.

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info salita
Il Pizzo Tambò è una vetta delle Alpi Occidentali di m 3.279, la più alta della catena Mesolcina che, staccandosi dalle Prealpi Lariane e Luganesi verso Nord, ha termine in corrispondenza del Passo dello Spluga determinando il confine tra l'Italia e la Svizzera (Canton Grigioni). Il Pizzo Tambo', che si trova sul confine fra la Lombardia e la Svizzera, ed e’ la cima piu’ a Est delle alpi Lepontine, appena prima della alpi Retiche. La sua mole rocciosa è formata prevalentemente da rocce metamorfiche con stratificazione verticale (gneiss, micascisti, filladi) di solidità digradante dalla base verso la vetta, poco sotto la quale si trova anche una piccola porzione di dolomia. È formata essenzialmente da tre versanti: il versante Nord, svizzero, che scende sulla Tamboalp in territorio di Splügen, presentando una piccola vedretta ormai in quasi completo disfacimento (Tambogletscher) ed un lago che ne raccoglie la fusione; il versante occidentale, ancora svizzero, tanto scosceso quanto sovente sfasciumato e del tutto deglacializzato, del quale fa parte anche la incassata parete Sud-Ovest che cela alla sua base la minuscola Vedretta del Tambò; il versante orientale, italiano, che digrada piuttosto interrotto ma senza vere e proprie pareti sul Passo dello Spluga e sul bacino di Montespluga, presentando la più cospicua Vedretta della Spianata. Verso sud la vetta digrada trasformandosi in una cresta ricca di vette secondarie (Pizzo Zoccone la più rilevante) e andando a congiungersi alla struttura rocciosa del Gruppo del Ferrè.
La mia salita a questa cima è stata alquanto tormentata nel tempo: solo ad agosto 2007 (al quarto tentativo ha avuto un esito felice); le prime due volte non abbiamo neanche iniziato a salire, causa il maltempo; il terzo tentativo perdiamo il sentiero e ci ritroviamo in cima al monte Lattenhorn, una sommità del crestone orientale, lo discendiamo tramite un canalone estremamente ripido ed insicuro fino a raggiungere di nuovo il sentiero che sale verso la vetta, proseguiamo per un ora, arriviamo ai piedi di una cima che sfora i 3000 mt (ma poi alle 13.00 a causa dell'ora tarda e del tempo) la vetta è totalmente nascosta da nubi nere e minacciose, ci fermiamo, ci rifocilliamo con del cibo ed a malincuore prendiamo la via del ritorno.
Finalmente vetta: partiamo alle 7,15 dal passo spluga; decidiamo di lasciare in macchina sia la picozza che i ramponi, ad occhio il versante di salita è quasi completamente sgombro di neve. Il sentiero inizia dietro la caserma delle guardie di frontiera, e sale subito ripido e non segnalato con i caratteristici bolli a vernice, attraversando magri pascoli, per circa 400 mt di dislivello; si procede a ridosso della linea di confine, infatti incontriamo alcuni cippi confinali. Poi la pendenza si addolcisce e la via sarà sempre segnalata con caratteristici ometti di pietra e pietroni disposti verticalmente, comunque è necessario prestare molta attenzione, altrimenti potrebbe capitere (come è successo più volte a noi) di uscire dal sentiero e di dover procedere per sfasciumi. Si piega ora verso sud-ovest, qui il pascolo lascia spazio alla roccia e fino in vetta ci si muove fra sfasciumi e placconi; proseguiamo mantenedoci sempre sulla destra del crestone orientale, e passiamo sotto le cime del Tamborello e del Lattenhorn, sulla nostra sinitra alcuni caratteristici laghetti di un blu intenso. Sempre tenendo verso sud-ovest si sale (a volte seguendo la cresta), verso una cima di 3000 mt, che non raggiungiamo, infatti scolliniamo a sinistra di questa cima. Ora ci appare la piramide finale del pizzo Tambò. Dopo una breve discesa raggiungiamo la Vedretta della Spianata, che attraversiamo, alla sua sommità, facendo molta attenzione a non scivolare, non avendo con noi ramponi e picozza. Attraversato il Ghiacciaio si giunge alla base della piramide finale, in prossimita’ di una caratteristica gobba nevosa, che si trova sulla destra, a circa 3085 metri di quota. A questo punto comincia il tratto piu’ impegnativo del percorso: si risale la pietraia, sul filo della cresta Est, che porta direttamente in cima, facendo attenzione ai sassi, spesso instabili. Il sentiero non è segnato, ma il tracciato da seguire è abbastanza intuitivo ancorchè necessiti di cautela perchè molto esposto. Noi proprio sotto la cima, lo perdiamo perchè traversiamo in orizzontale verso sinistra (invece di salire verticalmente) e ci ritroviamo, seguendo una stretta cengia con precipizio sul sottostante Ghiacciaio, in prossimità di un canale che sale verso la cima, ma che non seguiamo avendo timore di ritrovarci in un punto in cui non sarebbe possibile proseguire. Torniamo indietro e ritroviamo il sentiero che in pochi minuti ci conduce sulla vetta, segnata con un caratteristico ometto di pietre.
Il panorama è impressionante, raramente da una cima di poco più di 3000 mt è possibile avere un orizzonte così vasto; sotto di noi la Valchiavenna e molto lontano, ma visibile, il lago di Como, e sul lato opposto la valle di Splugen. Ad ovest, lontanissimo, ma ben visibile (la giornata è molto ventosa, ma perfettamente limpida) il gruppo del monte Rosa con le sue quattro cime (Dufur, Norden, Zumstein, Gnifetti) ci presenta la sua impressionante parete sud-est, una muraglia di roccia e ghiaccio che dalla punta Dufur precipita per 2400 mt sulla sottostante valle di Macugnaga (la più alta ed imponente delle Alpi); a nord-ovest, anch'esso lontano, i rilievi dell'Oberland Bernese; sempre ad occidente, ma vicino il gruppo del Rheinwaldhorn con i suoi ghiacciai; ad sud-est la piramide del monte Stella, ad est vicino il pizzo Timun, mentre più lontano le pareti di granito che si elevano dalla val Masino (Badile e Cengalo), il ghiacciato monte Disgrazia, ed il gruppo del Bernina; all'orizzonte estremo l'Ortles-Cevedale ed il gruppo dell'Adamello.
Rimaniamo in vetta per quasi un'ora, ma poi sferzati dal vento iniziamo la discesa che avviene per lo stesso sentiero della salita. Putroppo nella parte centrale lo perdiamo e siamo costretti a procedere per sfasciumi e pietraie fin sopra al passo Spluga, dove ritroviamo il sentiero e procediamo in modo più agevole.
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data ascensione 04/08/2007
partenza Passo Spluga
dislivello 1165 mt.
tempo atmosferico bello - ventoso
tempo salita 4h 30m
tempo discesa 4h 15m

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