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Laghi di Deleguaggio


Arrivo in auto a Premana (ho scartato, a malicuore, l'uso dei mezzi pubblici poichè i loro orari non coincidono con la mia tabella di marcia), in quanto oltre ai laghi di Deleguaggio (inferiore e superiore) che già conosco, intendo salire sino alla cime del Pizzo Alto; ciò mi impone di arrivare a Premana verso le 7,15 e lascio la macchina al comodo parcheggio sopraelevato situato prorprio di fronte alla Camp.
Scendo dal parcheggio e sulla strada prendo a destra in discesa sino ad incontrare dopo 100 mt il sentiero per l'Alpe e i Laghi di Deleguaggio e per il Pizzo Alto, con cartello indicatore. La prima parte del sentiero è un'alternanza di tratti in piano e leggere salite, si attraversano i piccoli nuclei di casolari di Gorla, Zucco e Gianelli (i primi due con le case rimesse a posto e sui tetti pannelli solari!) , e ci si inoltra nella valle Varroncello percorrendo i pendii sulla alla sua sinistra idrografica, il sentiero solca un prato scosceso, e si restringe per non sacrificare il prato erboso , segno evidente che l'agricoltura di montagna non è stata completamente abbandonata. Si attraversa un torrentello che forma piccole cascate, e si procede in leggera salita, in questa parte del tracciato un'abbondanza d'acqua che sgorga da sorgenti che lo affiancano. Superato un tratto ripido nel bosco si esce all'aperto su un sentiero gradinato ; una sporgenza panoramica ci consente di ammirare tutta la bellezza di questo angolo di natura poco conosciuto. Alla fine del sentiero gradinato, oltre il limite del bosco, si presenta una cappella votiva  ; vicino ad essa, in prossimità del sentiero , due marmotte si fanno vedere fuori dalla loro tana  . Superata la cappella, la pendenza del sentiero aumenta e si sale in rada vegetazione  poi un breve tratto trasversale a sinistra , e poi il sentiero sale a tornanti in avvicinamento all'alpe ; quest'ultima parte del percorso è tutto un mare di rododendri  ed altri fiori . L'abitato di Deleguaggio, ospitato su un pianoro ben sopra il limite del bosco, è davvero notevole se si considera l'evidente scarsità di risorse del luogo: le sue case ben tenute formano un piacevole dedalo di viuzze e piazzette dove è piacevole girovagare per scegliere l'angolino più adatto in cui abbandonarsi al pacifico relax . Le baite sono state ristrutturate nel rispetto dell’architettura originale, solo sui tetti le antiche piode sono state sostituite da pannelli. Vicino c’è anche una sorgente, il "Ciarel de Calecc" che serve tutto l'abitato. Dall’alpe si riprende il cammino verso il lago inferiore di Deleguaggio, seguendo un sentiero (qui abbastanza ripido) che spesso è solo una traccia tra pascoli sempre più magri e sfasciumi rocciosi, in compenso si può godere di un bel panorama sul monte Legnone . Alcune rocce sovrastanti l'abitato vengono aggirate sulla sinistra e poi si sormontano avendo l'alpe e le case più sotto . Per pascolo roccioso, su un sentiero più sconnesso, si affronta il ripido pendio, al termine del quale si apre una piccola piazzola panoramica con croce , e poi con una lunga diagonale si traversa il torrentello emissario del lago inferiore di Deleguaccio  per poi tornare a destra e riattraversarlo  . Ancora pochi metri di ripido terreno ed eccoci infine sul margine della piccola conca alpestre che ospita il lago inferiore di Deleguaccio dove sorge anche un piccolo ricovero ricavato da una baita privata . Alcuni cartelli  indicano il percorso da seguire per salire al lago superiore; il sentiero lambisce la riva del lago e sale in diagonale verso la bastionata rocciosa che chiude a monte la conca . Bellissime vedute del lago sotto di noi , più avanti incontro delle capre che brucano l'erba vicino al sentiero  . Seguendo la traccia  si giunge alla base di una rampa attrezzata con catene corrimano che permette di superare le rocce  e di giungere in breve al secondo lago di Deleguaccio. Nella conca superioore si trovano due laghetti, in un'ambiente da alta montagna (nella mia escursione di inizio luglio 2010 il laghetto più grande era ancora parzialmente gelato), sono alimentati da un bacino che attinge acqua dalle masse di neve presenti in piccole quantità fino all’autunno. Il paesaggio è spendido e l'acqua dei due bacini cristallina e trasparente .




il Pizzo Alto
Nella mia escursione di luglio 2010 avevo anche in programma la salita al Pizzo Alto, per cui dopo una breve sosta riprendo a camminare, non senza prima aver ammirato il panorama verso la cima del Legnone ; lasciando a sinistra i due laghetti si incontra una palina segnaletica e si inizia a salire su pendii rocciosi  , magnifica vista sul secondo lago superiore, parzialmente ghiacciato . Da qui la traccia per il Pizzo Alto risale a mezzacosta, con un sentiero un po' esposto , ma in parte attrezzato e si raggiunge in 5 min la Bocca di Moncale a 2300 m circa, da cui è evidente la vetta del Pizzo Alto  con la sua magnifica croce dal disegno ricercato. Dalla Bocca di Moncalvo magnifico panorama . Il percorso ora prosegue seguendo il sassoso filo di cresta , per poi abbassarsi in una conca (sopra i laghetti superiori), e punta a SE fino a raggiungere una selletta quotata 2411m. Valicata la selletta ci si abbassa di qualche decina di metri e in traverso, con qualche saliscendi si passa sotto la Cima del Cortese  per giungere finalmente in vista del Pizzo Alto  . Per salire in vetta si passa dapprima sotto la cima per poi percorrere la cresta est  ; la vetta è ormai vicinissima, e la si raggiunge in pochi minuti . Da quassù la il colpo d'occhio è eccezzionale: verso sud la Val Varrone e la Valsassina, a est la dorsale orobica in particolare il Pizzo Rotondo e il Pizzo dei Tre Signori; a nord la Valchiavenna verso lo Spluga, la Valtellina e le granitiche cime della Val Màsino; il monte Disgrazia   ed infine a ovest il Monte Legnone, la Mesolcina meridionale e sullo sfondo il gruppo del Rosa. Intorno a me volano insetti di ogni tipo  , forse attirati dai resti del mio pranzo. Il ritorno per lo stesso tracciato di salita.



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