Questa uscita è stata effettuata da me più volte, sia in auto che con i mezzi pubblici, in diversi periodi dell'anno (per cui le foto presenti evidenzieranno sia i colori primaverili che quelli estivi ed i bruniti colori autunnali). Sia che si arrivi in macchina che con il pulmann la meta è Tartano capoluogo dell'omonima valle. Nel passato recente, prima degli anni '60, Tartano era più facilmente raggiungibile grazie ai valichi orobici che non dal fondovalle. Questo ha permesso alla civiltà contadina autarchica di mantenere inalterate le proprie tradizioni e costumi e di conservare le miriadi di contrade che costellano la valle. E' parte del Parco Regionale delle Orobie, un ambiente naturale e rurale caratteristico in un continuo variare di versanti ripidi e aspri ed inaspettate isole verdi antropizzate, in gran parte scampato alla cementificazione selvaggia. Fitta è la rete di mulattiere e sentieri che collega anche i luoghi più isolati, le creste e le cime. Arrivo a Tartano salendo, dal fondovalle di Talamona, con una strada asfaltata molto impegnativa che presenta 12 tornanti; mi inoltro (in auto oppure a piedi se viaggio con i mezzi) sulla carrozzabile della Val Lunga, inizialmente asfaltata passa sotto le case di S. Antonio poi prosegue sterrata, e termina ad una piazzola poco oltre le ultime baite sui prati alti alla nostra sinistra (fienili Arale) . La quota di partenza è di circa 1490 metri, oltre il secondo ponte che, sulla destra, scavalca il torrente Tartano. Mi incammino sulla pista che, volgendo a sinistra , ritorna verso la località di Arale (dove si trova il rifugio Beniamino), ma la lascio subito, vicino ad una fontanella, imbocco verso destra un sentiero segnalato con bandierine (si tratta del "sentér de la Crus de Purscìl"); dopo un primo tratto in un bosco di larici, , il sentiero prosegue sul fianco orientale della valle; sulla destra il pannello del Parco delle Orobie Valtellinesi ; il sentiero ora esce all'aperto e si inerpica ripido su un prato, per poi proseguire con un tratto quasi pianeggiante superando un modesto corso d'acqua. Qua e là fiori e cespugli fioriti ; dopo aver raggiunto due baite il sentiero prosegue in salita e si avvicina ad una recinzione con muretti a secco, che rimane qualche metro più in alto sulla sinistra. Al termine di questa recinzione in sassi, si giunge in vista del ponte sul torrente che scende dalla Val Dordonella , poco a destra c’è la cascata del torrente Tartano. Attraversato il ponte il sentiero entra in un bosco di larici e prosegue in salita con numerosi tornanti risalendo il dosso a sinistra della cascata, sino ad arrivare al primo gradino glaciale che introduce all'alta Val Lunga, in vista dell’ampia conca dell’alpe di Porcile (1803 mt). Dopo un tratto diritto, il sentiero raggiunge il guado del torrente Tartano, agevolato da una serie di massi opportunamente disposti. Siamo sul limite della piana: alla nostra sinistra tre baite, con la casera di Porcile , il sentiero prosegue verso SW di fianco ad un muretto in sassi: il bàrek dell'alpe; alle nostre spalle buono è il colpo d'occhio sulla Val Lunga . Terminato il muretto del bàrek, il sentiero volge leggermente a sinistra, poi a destra, fino ad un ometto su un cocuzzolo erboso, breve sosta per ammirare il bel panorama , poi prosegue su prati in salita in una macchia di radi larici ; usciti all'aperto prosegue diritto , in direzione della testata della valle; alle mie spalle, a nord, si apre un primo scorcio sul granito della val Masino . Il sentiero volge a destra e sale ad un paletto di legno con segnavia bianco-rosso ed arriva ad un bivio, prendo a sinistra e procedo, quasi in piano, in direzione di una baita isolata che supero sulla destra e proseguo verso monte, per un centinaio di metri o poco meno; ancora una sosta per ammirare dietro di me la splendida Valle Lunga . Un breve tratto scalinato, poi incontro una leggera discesa seguita da una breve salita che mi porta a tagliare uno splendida piana di prati ondulati , davanti a me, proprio la cima delle Cadelle: la mia meta . Giungo così in vista del primo lago di Porcile "il lago Piccolo o Lac Pinii" a 2003 mt., abbandono il sentiero e taglio a destra per raggiungerlo , si nota che potrebbe essere in atto un processo di lento interramento. Ritorno al sentiero principale, e lo seguo per breve tratto sino ad arrivare al secondo lago di Porcile "il lago Grande o Lac Grant" a 2030 mt. , nei pressi inflorescenze di alta quota. Vicino al lago una palina con cartelli indicatori che potrebbe trarre in inganno, ma c'è un solo sentiero per cui lo imbocco e salgo sino ad un bivio: a destra si va al passo di Tartano, a sinistra al lago superiore ed al passo del Porcile; da qui belle vedute sul lago inferiore ; ancora una breve salita e raggiungo l'ultimo dei laghetti "il lago di Sopra o Lac de Sura" a 2095 mt. . Il sentiero corre inizialmente lungo il lago , poi si alza di qualche metro ed arriva ad una baita con panchine per un punto sosta. Mi fermo per guardare il panorama, sotto il lago Grande , lontano oltre la Valtellina il Granito della Val Masino .
il Passo di Tartano (trekking fatto con il mio amico Romano) - Parte del tracciato è comune alla salita ai laghi di Porcile. Sopra l'Alpe di Porcile, quando si arriva ad un paletto di legno con segnavia bianco-rosso prendiamo a destra e dopo un lungo e pianeggiante traverso verso ovest iniziamo a salire in una conca in vista del Passo di Tartano ; è molto che camminiamo per cui con il mio amico decidiamo per una sosta . Terminata la sosta affrontiamo l'ultimo breve ma ripido percorso verso il passo che in breve raggiungiamo . Dal passo si gode di un'ottima vista dei Laghi di Porcile . Percorriamo il crinale in direzione est passando a fianco alle fortificazioni della linea difensiva allestita durante la prima Guerra Mondiale, poi, dopo un centinaio di metri il crinale non è più percorribile; ora il sentiero scende ripido e disagevole verso il lago di Sopra, che raggiungiamo , e ci fermiamo per la sosta pranzo . Scendendo lungo la statale che ci porta in Valtellina una sosta per ammirare i meravigliosi colori autunnali del bosco .
il Passo di Porcile Dalla baita, appena rialzata rispetto al lago di Sopra parte il sentiero che conduce al passo di Porcile, il sentiero, sempre segnalato con bandierine, prosegue sulla riva nord di questo lago e poi si alza su dossi in parte erbosi e in parte rocciosi . In corrispondenza di una piccola pozza, ignoro una deviazione segnalata, sulla sinistra, per il passo di Dordona (sentiero 201 A) e proseguo nella salita prendendo a destra. Il sentiero (in diversi tratti non c’è una vera e propria traccia, e si deve salire a vista) continua in direzione sud-est, verso l’evidente sella del passo, intagliata fra il versante che culmina nella cima di Cadelle, a sinistra, ed il monte Valegino (2415 mt.), a destra . Salendo, per un buon tratto, è possibile godere di un ottimo scorcio sui laghi sottostanti, in basso a destra , alcuni fiori qua e là . Arrivo al corridoio terminale, a destra panorama verso il passo di Tartano , e procedo spedito, quasi in piano verso il passo e finalmente arrivo al passo. Uno sguardo sull'altro versante, orrore e raccapriccio, poco distante i grattacieli di Foppolo , sicuramente case ed appartamenti che rimangono chiusi per 350 giorni l'anno, veramente un'immagine oscena anche con tutti quei tralicci degli impianti di risalita.......
la Cima di Cadelle (2483 mt.) Dopo una breve sosta al passo di Porcile (mt. 2290) e poi continuo lungo il sentiero che scende l'opposto versante, dopo una decina di metri abbandono il sentiero segnalato che prosegue in discesa e imbocco, a sinistra, una traccia, non segnalata, che traversa in piano a mezzacosta, i pendii erbosi di sud-ovest della Cima di Cadelle. La traccia di sentiero stretta ma continua non presenta particolari problemi, ma occorre procedere con attenzione e cautela ; alla fine della parte più ostica del traverso raggiungo in piccolo ripiano con un ometto di sassi, sosta per alcune foto . Al termine del traverso il sentierino sale con numerose svolte il ripido pendio erboso posto a sud-ovest della montagna tagliando da destra a sinistra un corpo franoso. Il sentiero , ben visibile, continua verso uno sperone di rocce scure, prima di raggiungerlo, piega a sinistra e risale, zigzagando, il canalone erboso alla sua sinistra , verso una selletta ; continuo a salire raggiungendo la sella fra l’anticima e la vetta . Raggiungo il crinale in corrispondenza di un canalino che scende verso il versante Valtellinese , e proseguo verso la cima avendo l'anticima alle mie spalle ; ormai ci sono, ancora pochi passi sul crinale e sono arrivato . In cima attende gli alpinisti l'arcangelo Gabriele, posto quassù a ricordo delle vittime dell'alluvione del 1987 . La cima è altamente panoramica sulle Alpi Retiche: Monte Disgrazia, Bernina, Pizzo Badile, Cengalo a nord, gruppo Ortles/Cevedale a est .
la Cima di Lemma (2348 mt.) Dal passo di Tartano (mt. 2013) si prende il sentiero di destra (direzione ovest) verso la cresta che culmina nella cima che è la mia meta ; poco oltre la grande croce che domina il passo imbocco il sentiero , salgo lungo di esso con discreta pendenza restando sempre sotto il crinale, versante sud: quello della val Brembana . Il percorso è un po' monotono, ma continuo a salire, sempre davanti a me la cima , sotto di me alcune persone fanno motocross (pratica assolutamente discutibile perchè rovina i sentieri ed i prati; l'andare in montagna è fatica e silenzio, pace e tranquillità!) ; il sentiero ora piega a zig/zag, ed io mi fermo un momento per ammirare il panorama dietro di me , poi riprendo a salire, la cima si avvicina sempre più , ed in breve la raggiungo; non trovo croci né ometti, ma un buon panorama . Nella discesa al Passo di Tartano faccio una piccola deviazione e raggiungo l'anticima .
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