info salitamappa1mappa2 note tecniche: è una montagna posta sulla cresta spartiacque che collega il Monte Cevedale al Pizzo Tresero, passando per il Palon de la mare, il Monte Vioz, la Punta Taviela, la Punta San Matteo, Punta Pedranzini. L'accesso è dalla cima del Monte Vioz, con facile e breve traversata del Ghiacciaio dei Forni. il progetto Linke: la Punta Linke fu uno dei centri nevralgici più alti e più importanti del fronte nel gruppo Ortles – Cevedale durante la I guerra mondiale. Dotato di un doppio impianto teleferico era collegato da una parte al fondovalle di Pejo e dall’altra al “Coston delle barache brusade” verso il Palon de la Mare nel cuore del Ghiacciaio dei Forni; il vicino rifugio Mantova al Vioz era allora la sede del comando di settore. Con la fine della guerra, come altri siti d’alta quota del Trentino, Punta Linke venne abbandonata dalle truppe che vi erano di stanza ma il ghiaccio e le particolari condizioni atmosferiche hanno conservato l’intero sistema di apprestamenti allo stato originale fino ai giorni nostri. Grazie ai recenti interventi di recupero volti a preservare l’integrità del sito, è stato possibile raccogliere dati straordinari sull’esperienza della guerra in alta montagna e restituirli al pubblico attraverso un eccezionale allestimento museale in quota nel mese di luglio 2014 ha aperto il museo posto immediatamente sotto la cima. accesso stradale: per chi viene dalla Lombardia(1), si percorre la SS36, al trivio di Fuentes imbocca la SS38 per Bormio. Superato Sondrio, a Tresenda (frazione del comune di Teglio) si prende a destra la SS39 della dell'Aprica, che collega la Valtellina alla Val Camonica tramite l'omonimo passo e la si percorre fino a Edolo (675 mt.). In paese si svolta a sinistra, sulla SS42 in direzione di Ponte di Legno. Superato il paese si seguono le indicazioni stradali per il Passo del Tonale, lasciando a sinistra la deviazione per il Passo di Gavia. Il Passo del Tonale, è un valico alpino delle Alpi Retiche meridionali. Dopo aver superato il passo si scende in Val di Sole sino a raggiungere Cusiano, e da qui si svolta a sinistra e si entra nella Valle di Pejo, e si prosegue sino a Pejo Terme dove si parcheggia [molto caro il parcheggio di servizio alla cabinovia]. Per chi viene dalla Lombardia(2), partendo da Bergamo si percorre la SS42, passando per il Lago di Endine e raggiungendo il Lago d'Iseo a Lovere. Ora proseguendo si entra in Val Camonica sino a raggiungere Edolo, e si presegue come da itinerario 1. Dal Trentino, partendo da Mezzolombardo (avendo a nord Bolzano e a sud Trento), si percorre la SS43 della Val di Non e passando per Cles e Malè si raggiunge Cusiano e da qui svoltando a destra si entra nella Valle di Pejo.
scelta dell'itinerario: ci sono più possibili itineriri di salita: - da Pejo, sconsigliabile per l'elevato dislivello, quasi 2000 mt; - utilizzando la cabinovia per Tarlenta e poi la seggiovia sino al Dosso dei Cembri, dislivello significativo ma fattibile, circa 1300 mt; - utilizzando la cabinovia per Tarlenta e poi la funivia Pejo3000, è il minor dislivello, circa 850 mt, ma impegnativa, il sentiero non è ben segnalato e piuttosto esposto.
1° giorno: Da Pejo3000 - al Rifugio Mantova al Vioz: prima con la telegabina si sale a Tarlent , poi con la funivia un lungo balzo sino a quota 2980mt.; dall'arrivo della funivia (grande panorama ) si scende lungo la pista da sci su terreno sdruciolevole causa i piccoli sassi presenti che rotolano sotto gli scarponi seguendo il verso il piccolo laghetto glaciale della valle della Mite . Più avanti si incontra un sentiero (bolli bianchi e rossi ) ben battuto, che facilita il cammino. Poco sotto i 2900 mt. si incontra una prima deviazione a sx ma un cartello indica il sentiero come un percorso di tipo alpinistico [io decido di non percorrerlo, ma poi al rifugio scopro che è stato percorso da una signora con due bambini, e che le difficoltà non sono rilevanti]. Si continua in discesa, lasciandosi alle spalle le rovine dell'ex rifugio Mantova e l'rrenda gru che contribuisce a deturpare il paesaggio ; il sentiero corre vicino a un riscello che poi si attraversa e si arriva a una nuova deviazione a sx, dove si trova il basamento della dismessa teleferica del Viòz a circa 2780 mt [indicazioni oruxmap, anche se il cartello segnala 2800 mt.]. Da qui parte il sentiero 105A, ben segnalato con bolli bianchi e rossi che inizialmente taglia un pendio detritico e si alza sulla valle , poi è tagliato nella parete rocciosa . Ora il sentiero riprende a salire su sfasciumi, a zig zag, e con pendenza più marcata sino a incrociare il sentiero 105 che sale dal Doss dei Cembri a 2960 mt. . Si prende a sx e si sale su traccia ripida a zig zag sino ad arrivare al passo Brik a 3206 mt. (brik in dialetto veneto/atesino significa dirupo), qui il sentiero è un po' esposto e sono presenti corde metalliche per fare sicurezza a chi transita . [Poco oltre trovo due ragazzi sulla parete intenti a liberarla dai sassi pericolanti ] Dopo il brik si affronta l'ultimo strappo con dislivello di circa 350 mt.; il sentiero è intagliato nella parete , esso sale a zig zag e nei punti esposti è presente un cavo per sicurezza ; in questo tratto della salita, verso oriente, è sempre visibile il lgo del Careser e l'omonimo ghiacciaio, contornato dalle tre cime Venezia (cima principale 3386 mt. - seconda cima 3371 mt. - terza cima 3356 mt.) . Un ultimo strappo e si raggiunge il rifugio già visibile in lontananza .
il rifugio: Il rifugio Vioz, il più alto delle Alpi Orientali, è posto su un piccolo piano roccioso a quota 3535 mt., ai piedi della cresta che conduce alla panoramica vetta del monte Vioz, all’interno del parco nazionale dello Stelvio nel gruppo Ortles Cevedale in alta val di Peio. E' un rifugio che riunisce soluzioni costruttive all'avanguardia ed una serie di avanzate soluzioni tecnologiche per ridurre l’impatto ambientale. L'energia (elettrica e per il riscaldamento) è prodotta da un gruppo elettrogeno che funziona a GPL e percò non inquina, pannelli solari forniscono energia a basso voltaggio per l'illuminazione interna. Inoltre c'è installato un depuratore biologico che permette il recupero delle acque reflue per i servizi igenici. Alcune foto del rifugio .
l'alba: Da non mancare lo spettacolo del sorgere del sole dietro lo skyline del Gruppo del Brenta anche se comporta una levataccia mattutina. Spettacolare il cambiamento dei colori del cielo e il sole che spunta dietro le creste montuose .
2° giorno: Rif. Mantova al Vioz - alla cima Vioz e Puntya Linke: [consiglio, prima di iniziare a salire, di scattare alcune foto approfittando dell'atmosfera mattutina generalmente libera dall'umidità ] si sale da dietro il rifugio verso l'evidente sovrastante cima ; inizialmete risalendo la dorsale pietrosa e poi su traccia di sentiero , e si arriva alla croce dell'anticima e con breve tratto si arriva cima sormontata da un segnale trigonometrico . Dalla cima del Monte Vioz è ben visibile Punta Linke dove si vede anche una la baracca che serve per i lavori di recupero dell'opera militare della prima guerra mondiale, in circa 15-20 minuti si arriva sulla cima di Punta Linke su traccia ben visibile sul ghiacciaio .
Punta Linke: il museo: Punta Linke con i suoi 3632 metri di altitudine, durante la Grande Guerra fu una delle postazioni austro-ungariche più alte e più significative sul piano logistico dell’intero fronte. Dotata di un doppio impianto teleferico era collegata da una parte al fondovalle di Pejo e dall’altra al “Coston delle barache brusade” verso il Palon de la Mare, nel cuore del ghiacciaio dei Forni; il vicino Rifugio Vioz era sede del comando di settore.A Punta Linke il ghiaccio ha conservato buona parte del sistema di apprestamenti realizzati durante la Prima guerra mondiale dall'esercito austro-ungarico. La Soprintendenza per i beni culturali – Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento ha curato un progetto di ricerca per il recupero con metodologia scientifica. Il sito è stato inaugurato nel luglio 2014 ed è aperto al pubblico nel periodo estivo.
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