Il Tracciolino
Il complesso Codera-Ratti è un unicum nelle Alpi Lombarde e con pochi esempi nelle montagne Italiane. Due valli senza strade con piccoli paesi e frazioni, in parte abitati stabilmente. Queste valli, nel secolo scorso, vengono scoperte da un certo pubblico, grazie al turismo etnografico ed alle escursioni in montagna; sorgono così anche dei rifugi (il Brasca in val Codera ed il Volta nella valle dei Ratti). Da tempo su queste valli incombe il pericolo strada; vi è una feroce disputa fra che vorrebbe portare una strada nelle valli per favorire lo sviluppo turistico (però con tutti i risvolti negativi legati alla massiccia cementificazione ed alla irrimediabile distruzione dell'ambiente naturale) e chi vuole mantenere intatti glia accessi come sono oggi. Forse una soluzione madiana (almeno per la val Codera) potrebbe essere la costruzione di una piccola funivia, seguendo modelli diffusi sia in Svizzera che in Austria.
Il Tracciolino è una piccola opera d'arte, è un fantastico percorso che non ha uguali sulle Alpi. E' un viottolo pianeggiante, realizzato negli anni trenta, che all'altitudine di 920 mt collega la val Codera con la Valle dei Ratti; è stato costruito per il trasporto del materiale necessario alla costruzione della diga di Bresciadega; trasporto che avveniva con piccoli vagoncini su rotaie a piccolo scartamento ed azionati manualmente. Attualmente una parte del sentiero è ancora attrezzato con queste rotaie. Di facile transito, anche se in alcuni punti è alquanto esposto, ad oggi è stato scoperto anche dagli appassionati delle mountain bike. Parte del percorso è effettuato in galleria, questo lo rende ancor più entusiasmante e divertente, ma attenzione è meglio essere muniti di pila.
Le immagini presenti nel filmato sono state scattate sia nell'escursione di giugno 2006 che in quella di novembre 2007, per cui il panorama, la vegetazione ed i suoi colori risultano molto differenti.
Il nostro viaggio inizia dalla stazione ferroviaria di Novate Mezzola, attraversato il paese si giunge alla frazione di Mezzolpiano (indicazioni per la val Codera), da dove inizia una mulattiera, larga ed in parte a gradoni: il sentiero Roma, che nella sua parte iniziale ci porta alla quota della valle. La salita sembra non aver termine, ci si ferma, di tanto in tanto, per riprendere fiato e volgersi indietro per ammirare il magnifico panorama, uno straordinario colpo d’occhio sul Pian di Spagna e sul lago di Novate Mezzola. Il sentiero è qui scavato proprio nel granito, e solo così può scavalcare la forra terminale della valle, che precipita, selvaggia, per circa 300 metri, sul fondo del torrente Codera. Al culmine dello sperone roccioso a 714 mt si termina la faticosa salita, e con un sentiero (inizialmente pianeggiante e poi in discesa) ci si inoltra in un bosco di betulle, olmi e castagni, fino ad un valloncello, oltre i quale si inizia a salire verso l'abitato di Abedee (790 mt); da quì si vede l'imbocco della valle con il paese di Codera suo capoluogo; alle nostre spalle si staglia magnifico e gigantesco il Monte Legnone (2609 mt), estrema propaggine delle prealpi Orobiche verso occidente; sulla nostra verticale, lato opposto della valle, il pizzo Prata (2727 mt), denominato anche Pizzasc. Il sentiero procede in discesa, con una scalinata intagliata nella parete della montagna, e con tornanti; poi cento metri più sotto supera valloni dirupati anche con l'aiuto di due gallerie paravalanghe. Si risale, raggiungendo in breve il cimitero del paese, una scritta molto significativa sulla cappella ci induce a meditare sulla nostra fragilità: *Ciò che noi fummo un di voi siete adesso, chi si scorda di noi scorda se stesso*. Ed ecco, infine, l'imponente campanile della chiesa di S. Giovanni Battista (m. 825), staccato dal corpo della chiesa, abbiamo raggiunto l'abitato di Codera. Nella piazza della chiesa si è presente uno dei due rifugi del paese: la Locanda Risorgimento (ad oggi: estate 2008 riaperta, dopo un lungo periodo di chiusura), mentre il secondo l'Osteria Alpina è posto nella parte alta del paese. Una breve sosta per riposarci e poi seguendo il sentiero che aggira il borgo da sud, incrociamo un sentiro che scende verso il torrente, lo imbocchiamo ed arriviamo al torrente Codera, che superiamo ed incominciamo a salire sull'altro versante della valle, dopo essere transitati su un ponte romanico. In breve tempo, dopo aver superato le case di Cii (851 mt), raggiungiamo il tracciolino (in effetti il sentiero inizia nella piana di Brescia presso la diga dell'ENEL, ma il tracciato è interrotto da una frana che ha portato via il sentiero, gallerie comprese, e che non c'è possibilità di aggirare).
Percorriamo il Tracciolino che è intagliato nella montagna; il sentiero valica il vallone della Val Grande, ed attraversa un bosco sul dosso di Cola; quì si incrociano due sentieri, quello di sinistra sale all'abitato di Cola (1018 mt), quello di destra scende nella valle per poi risalire a San Giorgio. Noi proseguiamo diritto verso il vallone di Revelaso, che scende dalla parete sud del sasso Manduino. Poi il sentiero incontra la deviazione per San Giorgio, le cui case sono visibili poco sotto. Decidiamo di scendere al paese per una breve visita, di interesse: un antichissimo avello celtico, la piccola chiesa costruita con il granito ed infine un panoramico belvedere sul lago di Novate Mezzola.
Torniamo al Tracciolino e proseguiamo attraversando una serie di gallerie scavate nella roccia: ci sentiamo nel cuore granitico della montagna. I valloni da superare sono più di uno ed il tracciato si dipana sospeso fra due muraglie di impressionante crudezza. Le pareti dei valloni sono altrettanto aspre e scoscese. Raggiunte alcune condotte forzate ricompaiono i vecchi binari a scartamento ridotto tuttora utilizzati dagli addetti della società elettrica; seguendoli, si arriva a una galleria illuminata, oltre la quale si esce nella Vallle dei Ratti, di cui cominciano ad aprirsi alcuni scorci. Percorsa la galleria ci si trova ad un bivio, in quanto dai binari, che proseguono verso sinistra, si stacca una derivazione, verso destra, che conduce, dopo un breve percorso, al punto di arrivo del carrello che sale dalla centrale Sondel di Verceia . Quì ci appare quasi un altro mondo, uno scenario meno impressionante. La montagna non è più una presenza incombente, ma un fianco severo ed aspro, che però si apre ad un maggiore respiro. Il tracciolino è molto più largo e l’attenzione è ora tutta concentrata ad eventuali macchine in movimento sui binari. Una serie di ponti ci permettono il superamento di alcuni valloncelli laterali, dopo una curva ci appare la casa dei guardiani; dopo poche decine di metri si intercetta il sentiero che da Verceia sale a Frasnedo, capoluogo della Valle dei Ratti. Noi preseguiamo sino allo sbarramento artificiale di cui percorriamo la sommità per ammirare l'imponente opera che chiude l'impressionante forra della valle. Ritorniamo sui nostri passi e arrivati all'incrocio con il sentiero di Frasnedo, lo imbocchiamo a sinistra per scendere a Verceia.
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