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Val Perlana - Abbazia di San Benedetto


Uscita in una domenica di tempo prevalentemente soleggiato (a parte qualche velatura) dedicata ad un giro ad anello della Val Perlana, selvaggia valle boscosa che scende dal Monte Calbiga fino al Lago di Como, formando a lago un piccolo pianoro che ospita i paesi di Lenno ed Ossuccio. Da Nesso a Bellaggio con l'auto e poi vaporetto sino a Lenno . Arrivato a Lenno mi ritrovo con Daniela, Pierluigi ed il cane sissi, con i quali effettuerò l'escursione; in macchina sino al parcheggio sottostante l’Abbazia dell’Acquafredda e poi su stradine asfaltate/acciottolate arriviamo all'Abbazia   che non possiamo visitare perchè chiusa, ma ci riforniamo di acqua  . Un cartello ci indica la via da seguire , inizialmente si sale su stradina asfaltata  , che serve un insediamento turistico, sopra il paese di Lenno, seconde case normalmente disabitate: per il lucro di pochi (costruttori e/o amministratori comunali) è stato cementificato tutto il pianoro sopra il paese di Lenno, una visione desolante. Dall'altra parte della valle si vede il Santuario della Madonna del Soccorso , ora camminiamo su un'ampia mulattiera acciottolata che percorre il lato sinistro orografico della Val Perlana , si procede immersi nel verde, ma in un paesaggio un po' monotono. Giunti a un bivio vicino ad alcune cascine  proseguiamo diritto , poi più avanti si superano altre cascine in rovina , quindi si giunge ad uno slargo con una teleferica in vista della Abbazia dall’altra parte della valle . A m 810 circa si incontra un bivio segnalato: seguire il sentiero principale (indicazione per San Benedetto) , la mulattiera lascia il posto ad uno stretto sentiero che scende ad attraversa il torrente Perlana su un ponte di legno , poi proseguiamo   sino allo slargo dove sorge l'abbazia . L'abbazia è situata in un ambiente in cui ci sono solo natura e silenzio; è un esempio di architettura commacina,l’uso esclusivo della pietra locale, per tutti gli elementi del complesso, conferisce all’insieme un senso di austera semplicità; nella zona absidale esterna, la pietra gioca su alcune variazioni di colore e su un taglio geometrico che, rispetto al resto, si mostra più regolare e curato, dando corso a suggerimenti decorativi, quasi unici; solo in facciata, infatti, il rigore e la sobrietà concedono spazio,modesto, ad alcuni archetti pensili e a dentelli. La chiesa ha la forma basilicale a tre navate, la più meridionale delle quali leggermente asimmetrica, concluse rispettivamente con tre absidi semicircolari. Su quella di destra si eleva la torre campanaria dalla struttura imponente e massiccia, venne, forse, utilizzato con funzione di torre di guardia e di vedetta sulle terre del Lario; l'interno purtroppo non abbiamo potuto visitarlo (altre info) . Per il ritorno utilizziamo il snetiero che scende al Santuario della Beata Vergine del Soccorso, che imbocchiamo dopo una breve salita, al bivio prendiamo a sinistra; si scende leegermente e si attraversa il torrente San Benedetto, che forma una forra stretta e suggestiva , poi il sentiero scende ripido e perdiamo quota rapidamente, si attraversa una serie riscelli che scendono dal versante destro della valle; ora il sentiero è quasi pianeggiante, ma stretto ed un po' a strapiombo . Ora sissi fatica a camminare, appoggia male la zampa destra, ci dobbiamo fermare e togliergli una scheggia, poi si continua su un sentiero divenuto quasi pianeggiante   ed in breve arriviamo a Preda (mt. 520), piccolo gruppo di case poste in posizione panoramica ; la traccia divenuta una stradina col fondo in cemento, scende ripidamente al sottostante Santuario della Beata Vergine del Soccorso (mt. 419) che ci fermiamo a visitare .



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