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Augusto Capra: webmaster - grafica - fotoritocco


Schede monografiche


Lo spazio colore nella fotografia digitale.    A cura di  Augusto Capra

Uno spazio dei colori è la combinazione di un modello di colore e di una appropriata funzione di mappatura di questo modello.
In questa scheda parleremo di spazio di colore del modello di colore RGB.
Uno spazio di colore è una gamma di colori determinata, rappresentata tramite il modello CIE 1931. Spazi di colore noti includono sRGB, AdobeRGB e ProPhotoRGB.

Lo spazio dei colori dell'Osservatore standard: nel 1931 la Commission Internationale de l'Eclairage (Commissione Internazionale per l'Illuminazione) definì uno spazio di colore che comprendeva tutte le tinte visibili dall'occhio umano, a prescindere dalla luminanza. A differenza, però, dei metodi RGB o CMYK (usati rispettivamente in sintesi additiva e in sottrattiva), il diagramma di cromaticità proposto dalla CIE non dipendeva dal comportamento di questo o quel dispositivo di visualizzazione o stampa in quanto basato sul concetto di Osservatore Standard. Quest'ultimo è definito a partire dalle proprietà del sistema visivo dell'uomo e si basa su analisi sistematiche effettuate su un vasto campione di osservatori umani. E in base a numerosi studi effettuati nel primo dopoguerra fu notata l'impossibilità di riuscire a riprodurre per sintesi additiva tutti i colori comunque si scegliesse la terna di primari reali da miscelare.
spazio colore CIE 1931

spazio colore SRGB sul diagramma di cromaticità CIE 1931Spazio colore SRGB: è uno spazio dei colori RGB standard creato da una collaborazione tra HP e Microsoft nel 1996 utilizzabile su schermi video, stampanti, e Internet.
Lo spazio di colore sRGB è stato appoggiato dal W3C, Exif, Intel, Pantone, Corel, e molti altri rappresentanti dell'industria di settore; viene usato in formati di file grafici proprietari e open source come l'SVG.
Lo spazio colore sRGB è ben definito ed è stato progettato per venire incontro alle esigenze di visualizzazione tipiche degli ambienti casalinghi e di ufficio, al posto degli ambienti più scuri usati tipicamente nell'ambito delle applicazioni di colore commerciali.
Quasi tutto il software era ed è progettato con l'assunto che un'immagine con 8 bit per canale, piazzata intonsa su uno schermo di 8 bit per canale, debba apparire più o meno secondo le direttive delle specifiche sRGB. Gli schermi LCD, le macchine fotografiche digitali, le stampanti, gli scanner seguono tutti lo standard sRGB.
E’ il più piccolo spazio cromatico, studiato per le immagini da visualizzare solo sul Web, approssimando lo spazio colore di un monitor di computer tipico: serve come "ipotesi migliore" per come il monitor di un'altra persona possa riprodurre i colori, e come tale è diventato lo spazio colore standard per la visualizzazione di immagini su Internet.


spazio colore Adobe RGB sul diagramma di cromaticità CIE 1931Spazio colore Adobe RGB: è uno spazio colore RGB sviluppato dalla Adobe Systems nel 1998. È stato progettato per comprendere molti dei colori ottenibili con le stampatrici a colori CMYK, ma attraverso l'utilizzo dei colori primari RGB su una periferica quale il display di un computer. Lo spazio colore Adobe RGB contiene approssimativamente il 50% dei colori visibili specificati attraverso lo spazio colore LAB, con un aumento di gamma (gamut) rispetto allo spazio colore sRGB principalmente sul ciano e verde. omprende la maggior parte dei colori che possono essere generati su un dispositivo (come il vostro monitor) utilizzando solo i colori primari RGB (Red - Green - Blue). Questo spazio di lavoro è stato adottato come lo standard per la carta stampata, dato che fornisce una gamma di colori relativamente grande ed equilibrata, che possa essere riprodotta su una varietà di dispositivi. Contiene una gamma sufficiente per la maggior parte delle esigenze di stampa, pur avendo solo una gamma leggermente più grande visualizzabile dai monitor. Inoltre, Adobe RGB migliora sRGB in modo significativo la riproduzione del ciano e del verde. Insomma, Adobe RGB è una scelta eccellente per le immagini destinate alla stampa, o insieme per la pagina stampata ed il web. Codificando più colori rispetto alla spazio sRGB significa che è possibile cambiare i colori di una fotografia senza preoccuparsi troppo del clipping sui colori più brillanti o che i neri vengano offuscati.
AdobeRgb, non ha alcun supporto al di fuori dei programmi di sviluppo che prevedono quel tipo di spazio colore.


spazio colore ProPhoto RGB sul diagramma di cromaticità CIE 1931Spazio colore ProPhoto RGB: è uno spazio colore RGB sviluppato nel 1999 da Eastman Kodak. Lo spazio ProPhoto RGB che è molto più esteso dello spazio Adobe RGB. Nel diagramma di cromaticità CIE 1931 che vediamo in figura, sono riportati i colori compresi nello spazio ProPhoto RGB e le coordinate dei colori primari. Il punto di bianco D50 è al centro. Le aree dei triangoli all'esterno dell'area colorata sono colori immaginari (non visualizzabili). È uno spazio di lavoro molto ampio i cui primari sono stati scelti per minimizzare la perdita di informazioni nel rappresentare il colore di oggetti catturati in uno spazio di colore unrendered. Da usare sempre a 16 bit, può essere utilizzato per l’editing (cioè la correzione) di immagini fotografiche provenienti da un RAW Converter. Una variante di questo spazio, con gamma = 1 (il nome ufficiale è RIMM) viene usato come spazio scene-referred in Adobe Camera Raw e Lightroom. Purtroppo con le periferiche attuali non è possibile ottenere la gamma di colori che esprime né su stampanti inkjet né tantomeno a monitor. Sarà lo spazio colore del futuro.
Usare il ProPhotoRGB può comportare problemi nel caso in cui si eseguono processi di post-produzione sull'immagine che vadano ad alterare luminosità e contrasti in seguito allo sviluppo RAW. Anche l'applicazione di una semplice curva su Photoshop che aumenta il contrasto, comporta infatti un notevole incremento di saturazione dei colori. Ed in seguito a ciò, dato l'ampio gamut del ProPhotoRGB, è facile spostare i toni dell'immagine in aree che sicuramente non saranno più riproducibili in stampa.
Prophoto, non ha alcun supporto al di fuori dei programmi di sviluppo che prevedono quel tipo di spazio colore.


spazio colore CMYK sul diagramma di cromaticità CIE 1931 (esagono irregolare a tratto intero)Spazio colore CMYK: è la sigla di Cyan, Magenta, Yellow, Key black; è un modello di colore detto anche di quattricromia o quadricromia. Questo standard utilizzato dai sistemi di stampa (stampanti, plotter, ecc.), che utilizzano un quarto colore, il nero, indicato con K (key color). Necessità indotta da motivi tecnici legati al problema di un’eccessiva copertura dell’inchiostro e dal fatto che il nero prodotto per somma di ciano, magenta e giallo, a causa delle impurità degli inchiostri, è di scarsa qualità. I colori ottenibili con la quadricromia (sintesi sottrattiva) sono un sottoinsieme della gamma visibile, quindi non tutti i colori che vediamo possono essere realizzati con la quadricromia, così come non tutti i colori realizzati con l'insieme RGB (Red Green Blue) cioè quelli che vediamo sui nostri monitor (sintesi additiva) hanno un corrispondente nell'insieme CMYK. La gamma di colori dello spazio CMYK è più limitata rispetto allo spettro visibile anche se permette di riprodurre a stampa un numero più che accettabile di colori. La gamma CMYK è più limitata anche di quella RGB. Ricorrete al metodo CMYK per preparare un’immagine da stampare in quadricromia. Convertendo un’immagine RGB in CMYK si crea una selezione colori. Se un’immagine è inizialmente in RGB, è bene effettuare tutte le modifiche in RGB e convertirla in CMYK solo al termine del lavoro.
Quando sono sovrapposti nelle diverse percentuali, i primi tre possono dare origine quasi a qualunque altro colore. Ma il 100% di tutte e tre le componenti (CMYK 100,100,100,0) non genera il nero, bensì il bistro, colore simile a una tonalità di marrone molto scura. Perciò nei processi di stampa si è aggiunto l'inchiostro di un quarto colore per avere il nero pieno (CMYK 0,0,0,100).


spazio colore CMYK sul diagramma di cromaticità CIE 1931 (esagono irregolare a tratto intero)Conversione degli spazi colore: Tutte le periferiche utilizzate per l’acquisizione delle immagini a colori, come gli scanner e le fotocamere, funzionano secondo il modello additivo dei colori. I dati acquisiti da tali periferiche vengono descritti mediante valori di Rosso, Green (verde) e Blu (spazio di colore RGB).
Per creare le immagini sulla carta, viceversa, le stampanti a colori utilizzano toner (o inchiostri) dei colori Ciano, Magenta, Yellow (giallo) e blacK (nero); in altri termini, essi funzionano secondo il modello sottrattivo dei colori.
Quali operazioni è possibile compiere, e dove, per ottenere colori prevedibili nelle transizioni fra le diverse periferiche a colori?: tecnicamente, una conversione di spazi colore è ciò che si ha quando occorre “tradurre” un set di colori da uno spazio colore ad un altro. Tale processo, purtroppo, non è esente da controindicazioni, legate essenzialmente alla non perfetta corrispondenza visiva dei colori espressi in spazi diversi. Chi ha, per esempio, sperimentato il passaggio dall’RGB al CMYK (ad esempio per utilizzare una stampante laser che lavora in CMYK) ha già avuto modo di apprezzare sostanziali divergenze. Ciò è, ovviamente, dovuto alle diverse ampiezze degli spazi colore, pertanto, il processo di conversione richiede, talvolta, di sacrificare alcuni colori o intervalli di colori, oppure di estenderli artificiosamente. Si tratta, quindi, di approssimazioni che il software di conversione deve adottare allo scopo di preservare quantomeno i parametri colorimetrici più importanti dell’immagine da convertire.


Si consiglia la lettura di questa pagina web: "Trattamento dei file RAW e gestione dei colori"
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