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Schede monografiche
La fotografia naturalistica. A cura di Augusto Capra
In WIKIPEDIA si definisce "La fotografia naturalistica" un genere genere fotografico che concentra la propria attenzione sulla bellezza di fauna e flora selvatica immerse nel proprio ambiente naturale. E' la fotografia di animali in libertà (in inglese: wildlife photography), NON animali rinchiusi allo zoo o in aree faunistiche recintate; gli animali devono essere ripresi in natura.
La Fotografia Naturalistica si fa confrontandosi con la natura in modo consapevole, seguendone i ritmi, rispettandola e difendendola.
Il fotografo naturalista deve rispettare la natura ed in primis il soggetto che vuole fotografare, evitare di arrecare danno agli animali; un consiglio importante: evitare di fotografare baby uccelli nei nidi, i genitori, se disturbati potrebbero decidere di abbandonare i piccoli condannandoli alla morte per fame.
Infine l’aggettivo “naturalistica” indica anche che chi vuole praticare seriamente la la fotografia naturalistica se è fotografo deve diventare anche naturalista.
Consigli per fotografare:
- appostamento: è illusorio pensare di effettuare buone fotografie semplicemente passeggiando per la campagna o in un bosco, vicino ad un lago o in montagna, non riuscirete ad avvicinarvi agli animali perchè essi si allontaneranno accorgendosi della vostra presenza. Tuttavia alcune volte, se si è molto fortunati ciò può accadere, come è successo a me alcuni anni orsono, scendendo dal Rifugio Larcher alla Malga Mare su un sentiero a picco sulla valle sottostante, una marmotta è rimasta intrappolata fra me ed un gruppo di persone che saliva, ha cercato rifugio arrampicandosi sulle roccie, ma non è andata lontano, ed io l'ho potuta fotografare facilmente. Normalmente ci si deve appostare in zone frequentate da molti soggetti, per poter fotografare qualche esemplare a pieno fotogramma, ma questo non è poi così semplice. Se costruite un improvvisato capanno ricordatevi sempre di distruggerlo alla fine dell'utilizzo, per evitare che venga utilizzato dai cacciatori!
- conoscenza dell'ambiente naturale: non bastano attrezzature e ottima tecnica fotografica per riprendere gli animali selvatici nel loro ambiente: è necessario conoscerli a fondo, imparare sempre qualcosa con infinita umiltà da coloro, e sono sempre tanti, che li conoscono meglio di noi. Conoscere l’ambiente naturale è fondamentale per trovare le specie selvatiche e per avvicinarle in tutta sicurezza. Nel nostro paese è piuttosto difficile fotografare gli animali in libertà: la caccia ed il bracconaggio praticati nella più totale libertà/illegalità rendono i pochi animali che sopravvivono terrorizzati rispetto all'uomo. Avvicinarli, in molte zone, è piuttosto difficile, e richiede una grande esperienza nel posizionarsi e/o piazzare capanni in luoghi strategici, dopo aver perlustrato il territorio muniti di binocolo. Un aiuto può venire dalla LIPU, e dalle sue oasi funistiche che prevedono quasi tutte dei capanni per fotografare gli animali, anche se questi sono studiati non tanto per i fotografi, ma bensì per l'osservazione dell'avifauna. Vi sono comunque delle eccezioni, ad esempio in alcune zone Parco Nazionale d’Abruzzo è abbastanza semplice fotografare i cervi e i camosci, basta conoscere i luoghi precisi dove andarli a cercare; la stessa cosa si può dire per i camosci e gli stambecchi in alcune zone del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
- aver pazienza per cogliere l'attimo: anche se la natura è il più bel set fotografico, uccelli ed animali selvatici non ci aspettano in posa, sotto la luce migliore. Ciò significa che bisogna avere pazienza. Aspettare che accada qualcosa di speciale. Rilassarsii ed osservare con calma l’animale che si desidera immortalare. Succederà sicuramente qualcosa che valga la pena essere fotografata. I momenti più belli, divertenti o significativi spesso durano molto poco, e questo vale anche per gli animali.
- viaggiare: molti animali o molta flora possono essere fotografati solo all'estero. In questo caso si dovrà sopportare spese importanti, ma non c'è alternativa. Non ci si deve rivolgerei ad agenzie che organizzano tour turistici generalisti, ma ad agenzie specializzate nella fotografia naturalistica. Meglio ancora sarebbe contattare uno dei tanti fotografi naturalisti che organizzano workshop in giro per il mondo.
La tecnica: per realizzare ottime fotografie abbiamo la necessità di padroneggiare alcuni importantissimi concetti fotografici che assumono un particolare rilievo nella fotografia naturalistica.
- il punto di ripresa: L’errore più comune che si fa quando si fotografano gli animali è quello di riprenderli dall’alto verso il basso. Se desiderate ottenere belle fotografie di animali sappiate che dovete trovarvi in asse con il soggetto. E’ chiaro che non sempre questo è possibile, ma ogni volta che potete, cercate di posizionarvi in modo da trovarvi alla stesa altezza degli animali. Questo spesso significa: stesi pancia a terra.
- scattare quando si vede bene il viso: qual è il momento giusto? Di sicuro quando il soggetto fa qualche cosa di particolare ma, soprattutto, quando si vede bene il viso. Riprendere un animale di spalle difficilmente porterà ad ottenere una bella fotografia.
- riprendere un comportamento particolare: i ritratti agli animali sono bellissimi, così come le fotografie a figura intera, ma se riusciamo a cogliere un’azione particolare la fotografia sarà molto più bella e interessante. Cerchiamo quindi di cogliere l’attimo nel quale l’animale fa qualcosa di interessante.
- decentrare il soggetto: è normale collocare il soggetto esattamente nel mezzo della scena. Spesso non ci pensi due volte e posizioni la fotocamera in modo tale che l’azione abbia luogo proprio nel centro. Il contrassegno dell’obiettivo della messa a fuoco automatica del mirino o del display ti costringono a farlo quasi automaticamente. In realtà in tutto questo non c’è niente di sbagliato, ma la domanda è se la fotografia ottenuta riesca davvero a dare l’idea dell’azione. Esiste un modo semplice per rendere la tua fotografia più dinamica, la cosiddetta “regola dei terzi”. Dal punto di vista della composizione fotografica, la regola aurea del decentrare è quasi sempre valida, anche nella fotografia di animali.
- lasciare spazio nella foto in direzione dello sguardo: quando decentriamo il soggetto ricordiamo che dovremmo sempre lasciare spazio in direzione dello sguardo. Anche nel caso degli animali, infatti, la mente dell’osservatore della foto è istintivamente portata a seguire la direzione dello sguardo del soggetto e si aspetta di trovare dello spazio davanti ad esso. Ricordiamo quindi di lasciare “aria” in direzione di esso.
- mettere a fuoco gli occhi: sappiatelo, se gli occhi non sono perfettamente a fuoco, la foto è da cestinare. Lo sguardo dell’osservatore di una fotografia è irresistibilmente attratto dagli occhi del nostro soggetto. E se li trova sfocati, prova inevitabilmente una sensazione di disagio. Poche regole in fotografia sono così inderogabili. Quindi fate di tutto per centrare il punto di messa a fuoco sull’occhio del soggetto.
- cercare di ottenere la massima qualità d'immagine le foto di animali devono essere perfettamente dettagliate. Particolarmente importante è evitare il micromosso, sempre in agguato quando si usano lunghe focali, magari a mano libera. Per ottenere il maggior dettaglio possibile, si dovrebbero usare sensibilità molto basse. Ma con i teleobiettivi è importante prestare attenzione anche al tempo di scatto, che non dovrebbe essere inferiore al reciproco della focale, per evitare il micromosso (teleobiettivo da 300mm si deve scattare almeno ad 1/300 di secondo). Dovendo raggiungere un compromesso fra queste due esigenze è sempre preferibile previlegiare l'assenza di micromosso, per cui è preferibile alzare la sensibilità. Ovviamente aiuta molto il treppiedi oppure la stabilizzazione dell'obiettivo, ma è necessario ricordarsi che il mosso del movimento del soggetto da fotografare non può essere neutralizzato con essi.
- controllo delle immagini in movimento: la sfocatura è una costante minaccia nelle foto di soggetti in movimento, se un soggetto si muove molto velocemente ciò può provocare problemi alla messa a fuoco automatica delle fotocamera, in questo caso si può sfruttare gli automatismi presenti in essa, alla voce S "scena" c'è la modalità "sport" che consente di mettere a fuoco soggetti in rapido movimento e riprenderli senza mosso. Se si vuole riprendere con messa a fuoco manuale è sufficente selezionare S "shutter" o "priorità di tempi" ed impostare il tempo di scatto il più breve possibile, compatibilmente con le altre impostazioni.
- attenzione allo sfondo: nella fotografia di animali è particolarmente importante prestare attenzione a che lo sfondo non interferisca con la fruizione del soggetto. Quando posizioniamo il capanno o scegliamo il luogo dove mimetizzarci, quindi, oltre alla posizione della luce dobbiamo prendere in seria considerazione quale sarà lo sfondo delle nostre fotografie. Utilizzando un teleobiettivo da almeno 300mm, se lo sfondo è abbastanza distante, non dovrebbero esserci troppi problemi: lo sfondo sarà abbastanza sfocato da non recare disturbo. Tuttavia, se ce n’è la possibilità, cerchiamo di posizionarci in modo che lo sfondo sia gradevole e che valorizzi cromaticamente il soggetto.
- attenzione all'inquadratura del soggetto: uno degli errori che si commette spesso, nella fotografia di animali (soprattutto a causa della concitazione del momento, alla necessità di scattare in fretta, con pochi istanti a disposizione per pensare l'inquadratura) è quello di "tagliare" parti del corpo importanti dell’animale, come le ali, le corna, o la coda. Purtroppo quando poi si va a rivedere la foto, risulta quasi sempre fastidioso se un'ala o un'altra parte del corpo caratteristica dell’animale è rimasta parzialmente o totalmente fuori dall’immagine.
- Cercare di riprendere un comportamento particolare:I ritratti agli animali sono bellissimi, ma se riusciamo a cogliere un’azione particolare la fotografia sarà molto più bella e interessante. Cerchiamo quindi di cogliere l’attimo nel quale l’animale fa qualcosa di interessante.
- Non sottovalutare l’ambiente cittadino: le città da sempre sottintendono un groviglio di vie, palazzoni, gran traffico e vita frenetica. Milioni di persone le abitano quasi senza battere ciglio e spesso senza accorgersi dell'esistenza di altri numerosi inquilini con fattezze non umane. Molti animali vivono in città sin da quando la civilizzazione ha portato alla costruzione dei nuclei cittadini e la loro presenza storica è in buona parte dovuta all'importazione, a volte voluta a volte indiretta, da parte degli stessi uomini. Passeri, piccioni, topi e animali domestici hanno seguito l'uomo nelle sue peregrinazioni per il mondo e si sono adattati anche alla vita cittadina. Molti animali selvatici vivono o frequantano la città perchè trovano cibo con più facilità; inoltre sono più abituati alla presenza dell'uomo per cui hanno una distanza di fuga minore.
L'attrezzatura:
- quale fotocamera:
- fotocamere compatte "punta e scatta": sono le più economiche e le più semplici nell'utilizzo, hanno obiettivo fisso o piccolo rapporto di zoom (sufficente per panorami e ritratti, ma non per fotografia a distanza). I principlai difetti sono: l'impossibilità di intervenire con controlli manuali, l'impossibilità di ottenere lo sfocato a causa della elevata profondità di campo e un autofocus molto lento, difetti che per i principianti hanno poco rilievo. Per contro nessun problema di portabilità. Infine basso costo d'acquisto, ma anche bassa qualità di immagine.
- fotocamere compatte di qualità: si spende di più per poter contare su un sensore migliore, più sensibile alla luce, generalmente con dimensioni leggermente superiori a quelle delle compatte economiche. Si ha anche un display di qualità, visibile anche con luce ambientale intensa, così come per un sistema di messa a fuoco veloce e affidabile, per uno stabilizzatore efficiente, per un obiettivo luminoso, progettato bene e realizzato con vetri di qualità. Queste fotocamere offrono dei controlli manuali ed a volte supportano il formato RAW (sempre presente nelle mirrorless e nelle reflex) per una post-produzione digitale. Difetti: dimensioni un poco maggiori delle fotocamere punta e scatta, di cui ereditano anche i principali limiti nella foto naturalistica.
- bridge: hanno un disegno simile alle mirrorless ed alle reflex e ne possiedono quasi tutti le funzionalità. Il principale difetto è nella qualità della foto, simile a quella delle fotocamere viste sopra: piccolo sensore ed ottica di mediocre qualità, autofocus lento (a parte qualche eccezione, e questo rende problematica lo scatto di animali in movimento), difficile anche qui avere una efficace sfocatura. Anche se le dimensioni sono maggiori di quelle di una compatta, in uno spazio ragionevole troviamo una fotocamera con cui scattare come con una reflex più esteso corredo di obiettivi; se ci si accontenta della loro qualità.
- mirrorless: fotocamere senza specchio, ma con l'intercambiabilità degli obiettivi. Possono avere sensore aps/c oppure Quattro/Terzi (ma anche sensori piccoli, in questo caso si vanifica la qulità complessiva della foto), hanno un corpo più piccolo rispetto a quello delle reflex. Attualmente c'è una certa quantità di formati come attacco obiettivo e sensore, a mio parere il miglior sistema è il micro Quattro/Terzi (di Panasonic ed Olympus), stesso sensore delle loro reflex, ma attacco obiettivo di misura inferiore, per cui dimensioni ridotte. In genere hanno il mirino elettronico (incorporato oppure da inserire sulla slitta flash). Attualmente il sistema micro Quattro/Terzi offre una buona gamma di fotocamere ed obiettivi (dall'entry level a quelli di alto livello); inoltre si conservano tutti gli automatismi presenti nella fotocamera, utilizzando gli obiettivi Quattro/Terzi con adattatore, ovviamente l'ingombro sarà maggiore. Ci troviamo tutte le possibilità di scatto di qualità che offre una reflex con ingombri contenuti.
- reflex: per queste fotocamere vale, grosso modo, quanto detto per le mirrorless; forse la differenza maggiore, a favore delle reflex, sta nel mirino ottico, più luminoso e dettagliato rispetto a quello elettronico, per contro si hanno ingombro e peso maggiori. Al momento le fotocamere reflex di alto livello sono superiori alle mirrorless, anche e sopratutto per l'utilizzo di sensori FF "full frame", cioè con la stessa area delle pellicola 35 mm.
- quali obiettivi: riguarda solo le fotocamere mirrorless e reflex. Obiettivi a focale fissa o zoom:
- focale fissa: garantiscono una qualità d'immagine e nitidezza maggiore, rispetto allo zoom a pari distanza focale (confronto con ottica di uguale qualità e marca); sono di norma più luminosi avendo una apertura massima maggiore, il che permette di fotografare anche in caso di luce critica e permettono un maggior sfocato dello sfondo.
- zoom: il grande vantaggio degli zoom è sicuramente la versatibilità; alcuni di essi permettono di scattare con lunghezze focali che vanno dal grandangolo fino a un tele, senza dover mai sostituire l’obiettivo. Questo è un fattore da non sottovalutare, soprattutto se siamo inclini a fotografare in situazioni in cui dobbiamo essere rapidi nello scattare. Inoltre, avendo racchiuse in un solo obiettivo diverse lunghezze focali, vedremo ridotta anche l’attrezzatura da doverci portare a presso.
- obiettivo grandangolare: in termini relativi, un obiettivo grandangolare determina un ingrandimento di tutti gli elementi vicini alla fotocamera. Si ottiene così un primo piano ingrandito e uno sfondo normale. Ciò consente di produrre effetti dinamici, buffi o divertenti.
- Teleobiettivo: avvicina soggetti distanti. È molto utile per le riprese ravvicinate durante i safari, per esempio per fotografare un elefante all’orizzonte. O per fenomeni naturali eccezionali che si verificano lontano. Caratteristica peculiare di quest’obiettivo è la sua capacità di isolare il soggetto dallo sfondo. Così l’enfasi rimane sul soggetto e l'ambiente alle sue spalle risulta più confuso (sfocato).
- tropicalizzazione: la fotocamera o l'ottica presentano un certo grado di protezione per contrastare la penetrazione di umiditá, polvere e pioggia sottile. Se si prevede di utilizzare la fotocamera/obiettivi in ambienti e situazioni difficili, come quelle che incontrano i fotografi di natura, ma anche semplicemente sotto la pioggia o su una spiaggia, si dovrebbe seriamente pensare di acquistare un modello tropicalizzato.
- accessori:
- treppiedi: il suo uso è di primaria importanza e indispensabile per il buon risultato finale. Scattare con i teleobiettivi a mano libera, ma anche su treppiedi esili e piccoli, porta all'inevitabile quanto fastidioso fenomeno denominato "micro mosso" e quindi inevitabile mancanza di nitidezza data dall'impercettibile tremolio della nostra mano in fase di scatto che, amplificato dall'ingrandimento tipico del teleobiettivo porta, una volta valutata l'immagine al 100% a fastidiose mancanze di nitidezza, anche se abbiamo usato tempi di otturazione adeguate allo scatto. Da qui la necessità di dotarsi di treppiedi adeguati robusti e di qualità su cui montare una testa dedicata. Chi pratica questo genere di foto naturalistiche agli animali, sa di dover camminare nei boschi o arrampicarsi su una montagna, a volte portarsi appresso il treppiedi è praticamente impossibile, in questo caso è possibile sopperire con tempi di scatto molto brevi (più breve di quello che si calcolerebbe con la formula dell'inverso: 1/lunghezza focale dell'obiettivo), e con buoni stabilizzatori ottici.
- flash: l'illuminazione ausiliaria che esso produce, può essere molto utile a fornire piccole ma decisive integrazioni di luce al nostro soggetto. Nella fotografia naturalistica l'uso del flash (fill-flash o flash di riempimento) è utilizzato per ridurre il contrasto nelle scene illuminate da luce troppo dura (ombre nette) e per aggiungere un piccolo riflesso negli occhi del soggetto). Il dubbio sulla sua efficacia è relativo all'uso combinato con un teleobiettivo (specie se di lunga focale), certamente non si può pensare di utilizzare i flash integrati nel corpo macchina, ma quelli esterni si, in quanto non viene utilizzato come luce principale, ma solo come illuminatore secondario (fill-flash). In casi di distanze elevate è possibile abbinare al flash un accessorio "better beamer" che incrementa la luce emessa di due/tre volte. Esso è costituito sostanzialmente da una lente di Fresnel (come quelle usate nei fari marittimi) in grado di "restringere" il fascio luminoso in modo che sia più concentrato. Infatti i flash sono normalmente progettati per l'uso con focali corte e quindi per illuminare un angolo di campo relativamente grande, mentre i teleobiettivi hanno un piccolo angolo di campo.