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Augusto Capra: webmaster - grafica - fotoritocco


La fotografia cristallizza un attimo facendolo diventare eterno.


Attrezzatura fotografica (obiettivi, filtri)

La scelta dell’attrezzatura fotografica: Obiettivi e filtri. In questa pagina web fornisco dei consigli relativamente all'attrezzatura, a volte indispensabile ed a volte facoltativa, per ottenere i miglior risultati dalla nostra fotocamera.

Obiettiviserie di obiettivi professionali Canon: Il caso più semplice di obiettivo è costituito da un piccolo foro che consente il passaggio della luce a formare un'immagine all'interno di una camera oscura. Rispetto al foro stenopeico, gli obiettivi a lenti permettono di concentrare la luce sul piano focale e sono progettati per diminuire le aberrazioni ottiche.
E' sbagliato pensare che la bontà dell'obiettivo di una macchina digitale (o analogica) sia un fattore di secondaria importanza: i raggi luminosi, per arrivare al sensore, passano per l'obiettivo. Anche il miglior sensore al mondo, posto dietro ad un obiettivo scadente, produrrà immagini scadenti. Esso è infatti è il componente della fotocamera che ha il maggiore impatto sulla qualità delle fotografie. In questa pagina prenderemo in esame alcuni delle loro caratteristiche più importanti.
Lunghezza focale: Considerando gli obiettivi come una semplice lente, la distanza focale di questi è la misura espressa in mm che separa la lente dal piano del fuoco. Essendo gli obiettivi composti da più gruppi di lenti, tale distanza non si misura da una lente in particolare all'interno degli stessi ma dal centro ottico dell'obiettivo. La lunghezza focale è una delle prime caratteristiche da prendere in considerazione in una lente, in quanto determina il suo angolo visivo. Nelle tradizionali macchine 35mm, un obiettivo con lunghezza focale meno di 35mm è considerato corto o grandangolo, oltre i 65mm è considerato lungo o teleobiettivo, tra 35mm e 65mm è considerato normale.
angolo visivo degli obiettiviCon l'aumento della lunghezza focale l'angolo visivo diminuisce, come si vede nella figura. Quando si cambia la lunghezza focale due importanti effetti risultano immediatamente evidenti nel mirino/monitor: varia l'angolo visivo e l'ingrandimento dell'immagine.
- L'angolo visivo determina l'area della scena "vista", questa è inoltre influenzata dalla dimensione della pellicola fotografica o del sensore: per approfondire click quì. Un obiettivo corto ha un ampio angolo visivo e quindi riesce a catturare una ampia porzione della scena. Al contrario con un teleobiettivo riusciremo a inquadrare una piccola parte della scena senza doverci muovere verso il soggetto.
- La capacità di ingrandimento è in relazione all'angolo visivo. Poiché un obiettivo corto inquadra una scena ampia, tutti i soggetti visti sono di dimensioni ridotte per poter entrare nel sensore. Gli obiettivi lunghi hanno un angolo visivo molto minore, perciò gli oggetti appaiono più grandi.
schema e teoria della profondità di campo - La profondità di campo è la distanza, davanti e dietro, al piano di fuoco principale (soggetto che è teoricamente a fuoco) che appare nitida. Il campo nitido è sempre più esteso dietro al soggetto a fuoco che davanti; più precisamente, la distanza perfettamente a fuoco si trova grosso modo a un terzo del campo nitido, verso il fotografo. Quando si mette a fuoco un punto, la sua immagine sulla pellicola diventa un circoletto più o meno grande, a seconda della precisione della focheggiatura e della qualità dell'obiettivo. Fino a che il diametro del circoletto (più propriamente detto circolo di confusione o cerchio di diffusione) rimane entro certi limiti, il punto può essere considerato a fuoco (vedi immagine a lato). Per visualizzare un'immagine che mostra il variare della profondità di campo al variare dell'apertura del diaframma clicca qui.
schema della luminosità di un obiettivoLuminosità: pensiamo ad una scatola con un foro in una parete, da esso entra la luce che illumina la parete opposta. L'illuminazione dipende da due fattori: la distanza della parete dal foro (lunghezza focale) e il diametro del foro (della lente frontale). Questo esempio ci dà un'idea di cos'è la luminosità di un obiettivo, ossia la sua capacità massima di trasmettere la luce sulla pellicola/sensore. La luminosità di un obiettivo dipende da due fattori: il diametro della lente frontale e la lunghezza focale; in particolare, si definisce luminosità il rapporto tra la lunghezza focale e il diametro dell'obiettivo, e viene comunemente indicata da questo numero anteceduto da "f/". Si noti che il numero che esprime la luminosità diminuisce al crescere della quantità di luce trasmessa; in altre parole, un obiettivo f/2 è più luminoso di un obiettivo f/4. Il diaframma è un'apertura solitamente circolare o poligonale, incorporata nel barilotto dell'obiettivo, che ha il compito di controllare la quantità di luce che raggiunge la pellicola/sensore nell'unità di tempo. La maggior parte delle fotocamere dispone di un diaframma di ampiezza regolabile (simile, per funzione, all'iride dell'occhio) contenuto nella lente; la regolazione del diaframma si chiama apertura. Insieme al tempo di esposizione l'apertura del diaframma determina la quantità di luce che viene fatta transitare attraverso l'obiettivo, che va quindi a impressionare la pellicola/sensori.
La scelta del proprio corredo di obiettivi, dipende da ciò che si vuole fotografare; per approfondire clicca quì.


Di seguito esaminiamo le varie tipologie di obiettivi:
  • grandangolo: la caratteristica principale delle ottiche grandangolari è la loro breve lunghezza focale, di norma al di sotto della diagonale del fotogramma. Per questo motivo le immagini prodotte da un grandangolo sono più piccole del naturale, restituendo la sensazione di una scena molto vasta. Rispetto all'obiettivo normale, un grandangolare offre una profondità di campo maggiore a parità di diaframma; la messa a fuoco selettiva, ricorrendo alla sfocatura, diventa praticamente impossibile. Il rimpicciolimento dei particolari e il loro maggior numero all'interno del fotogramma possono creare dei problemi di intelligibilità o di eccessivo ammasso; di contro si ha il vantaggio di una minore sensibilità alle vibrazioni della macchina al momento dello scatto, per cui è più difficile ottenere immagini mosse.
  • normale: è considerato normale l'obiettivo che ha l'angolo di campo simile a quello dell'occhio umano, ha una lunghezza focale all'incirca uguale alla diagonale del fotogramma. Per tradizione, l'obiettivo normale del full-frame mm (diagonale 43,3 mm) ha una lunghezza focale di 50 mm, a cui corrisponde un angolo di campo di 46 gradi; per le digitali APS-C (diagonale 28,4 mm) si considera normale un obiettivo di lunghezza focale uguale a 35mm con angolo di campo di 46 gradi. L'angolo di campo di un obiettivo varia con il variare della dimensione del fotogramma.
  • teleobiettivo: in fotografia, un teleobiettivo è un obiettivo la cui lunghezza focale è significativamente maggiore di quella degli obiettivi normali; nel caso del full-frame si considerano teleobiettivi gli obiettivi con lunghezza focale uguale/maggiore a 100 mm. I teleobiettivi hanno la funzione fondamentale di ingrandire il soggetto dell'inquadratura. L'effetto però non è identico a quello che si otterrebbe avvicinandosi al soggetto, a causa dell'effetto di compressione dei piani, che entrano nell'inquadratura; essi appaiono più vicini l'uno all'altro di quanto non apparirebbero avvicinandosi e mantenendo una lunghezza focale più corta (fenomeno definito "appiattimento dei piani"). Un problema che si ha fotografando con i teleobiettivi è il mosso dovuto a tempi di posa non sufficientemente veloci; si tenga presente che l'ingrandimento della scena comporta una maggiore sensibilità alle vibrazioni della macchina fotografica. A ciò si è cercato di ovviare con la stabilizzazione dell'obiettivo o del sensore. Esistono dei sistemi ottici divergenti che montati posteriormente all'obiettivo servono ad allungare la lunghezza focale, al fine di avere un tele più spinto (moltiplicatori di focali). Ne sistono principalmente di due tipi: 1,4x 2x; il primo moltiplica la focale per 1,4 il secondo la moltiplca per 2 (un tele 200mm diventerebbe rispettivamente 280mm e 400 mm). A parte la minor qualita del gruppo ottico risultante, si deve evidenziare che poichè la luminosità massima di un obiettivo è data dalla lunghezza focale diviso il diametro della lente frontale, se a parità di lente frontale aumento la lungezza focale otterrò un obiettivo meno luminoso (es. un tele con lunghezza focale 200 mm e diametro lente 71,4 mm avrà una luminosità di 2,8, utilizzando un duplicatore 2x diventa 400 mm ed avrà una luminosità 5,6: si perdono due diaframmi).
  • gocciaMacro: sono degli obiettivi il cui schema ottico è stato studiato per poter mettere a fuoco il soggetto a distanza ravvicinata senza l'ausilio di tubi prolunga. Tutti gli obiettivi macro raggiungono un rapporto di riproduzione 1:2 ed alcuni arrivano a 1:1 (in quest'ultimo caso l'immagine del soggetto sul fotogramma avrà le stasse dimensioni del soggetto). Si possono montare tubi prolunga per aumentare il rapporto di riproduzione. Lo schema ottico è studiato per ottimizzare le prestazioni a distanza ravvicinata. Possono essere di varia lungehezza focale: grandangoli 20-35 mm, normale 50mm, teleobiettivi moderati 100mm, teleobiettivi 200mm. I tubi di prolinga vengono utilizzati per poter mettere a fuoco da vicino con un obiettivo normale, ma questo non significa che esso diventi un obiettivo macro, perchè un obiettivo normale non è ottimizzato per aver le migliori prestazioni ottiche a distanza ravvicinata. Un altro modo per fotografare da vicino è di farlo utilizzando le lenti addizzionali; tali lenti sono montate anteriormente all'ottica per fare in modo che la focalizzazione dell'oggetto avvenga a distanza ravvicinata; in questo caso si ha una diminuzione di qualità nelle prestazione dell'obiettivo.
  • Catadriottici: sono obiettivi con schemi ottici particolari e che utilizzano oltre alla lenti due specchi (è simile al telescopio riflettore a schema Cassegrain); a causa del particolare schema ottico sono utilizzati solo per i teleobiettivi da 300 mm di focale in su. Il principale vantaggio è dato dal piccolo peso ed ingombro e dal costo ridotto. Molti sono i contro: è assente il diaframma, a causa della sua conformazione ottica; la forma dello sfocato è un anello invece di un cerchio; la qualità dell'immagine è inferiore a quella dei teleobiettivi a lente.
  • Obiettivi zoom (o a focale variabile): si tratta di obiettivi in cui si può variare la lunghezza focale entro due estremità prefissate, mediante lo spostamento di un gruppo di lenti rispetto alle altre. Lo spostamento si effettua ruotando una ghiera oppure spostando assialmente un manicotto (nelle fotocamere compatte tramite la rotazione di una levetta generalmente posta sotto il pulsante di scatto). Uno zoom 70-200 mm è un obiettivo che permette di variare la focale tra 70 e 200 mm; in pratica possedere uno zoom è come possedere molti obiettivi a focale fissa riuniti in uno solo, si ha la possibilità di cambiare focale istantaneamente senza dover smontare e rimontare obiettivi; e senza dover cambiare punto di scatto della foto si può variare l'inquadratura ed ottenere ciò che si ha in mente. Vi sono però anche svantaggi, a causa della complessità del sistema ottico, la luminosità di uno zoom non è mail superiore a f/2,8, ma generalmente è inferiore, ed inoltre la progettazione (attualmente eseguita al computer) e costruzione è molto complessa, il progetto finale è frutto di una serie di compromessi (molti di più che in una ottica a focale fissa), e da ciò derivano costi costruttivi maggiori e minor qualità. La luminosità di un obiettivo zoom può essere fissa, es.: f/4 significa che sia alla minima lunghezza focale che alla massima ha una apertura di 4; oppure variabile, es.: f/3,5-5,6 in questo caso alla minima lunghhezza focale l'apertura è 3,5 mentre alla massima si ha 5,6. La scelta fra ottica fissa e zoom? dipende dalle vostre esigenze, è più importante la praticità, la velocità di esecuzione della foto? oppure la luminosità dell'obiettivo? la qualità del risultato finale? Se rispondete si alle prime due domande lo zoom è l'obiettivo che vi serve, altrimenti ottica fissa.
  • Obiettivi per fotocamere compatte: questo tipo di fotocamere (come pure le bridge) hanno un'ottica che non può essere cambiata, è fissa sul corpo macchina, generalmente montano obiettivi zoom, ed a volte sono disponibili degli aggiuntivi ottici (da montare davanti l'obiettivo) per aumentare/diminuire la lunghezza focale del gruppo ottico risultante. Vi è infine la possibilità di effettuare macrofotografie. Salvo rare eccezzioni la qualità di tali obiettivi non è molto alta.
Filtrifiltri fotografici: Un filtro non é altro che un dispositivo atto a limitare, rimuovere selezionare qualcosa da un flusso. I filtri fotografici sono dei dispositivi che vanno applicati all’obiettivo e che permettono di modificare l'immagine, alterando le condizioni di ripresa originarie dell'obiettivo. Tramite il loro utilizzo è possibile ottenere miglioramenti, effetti speciali, modifiche. I filtri hanno, per la maggior parte, forma circolare con attacchi a vite, vengono fissati direttamente sulla parte frontale dell'obiettivo da ripresa e partono da diametri molto piccoli (intorno ai 30 mm) e generalmente utilizzati per telecamere o fotocamere digitali, fino a diametri per teleobiettivi, fotocamere di medio o grande formato ed ottiche per ripresa cinematografica, generalmente intorno agli 80 mm.
Tipologia di filtri:
  • filtro UV: è utilizzato per assorbire delle lunghezze d'onda impercettibili all'occhio umano ma che vengono registrate sulla pellicola/sensore aumentando l'effetto di foschia e modificando la tonalità dei colori. Lo skylight è un particolare filtro UV color salmone utilizzato in funzione antifoschia. Questo questo filtro viene posto sull'obiettivo, anche come protezione dalla polvere e dai graffi (personalmente proteggo tutte le lenti frontali dei miei obiettivo con filtri UV di elevata qualità):
  • filtro neutro: il filtro neutro è utilizzato per diminuire la quantità di luce che entra nella fotocamera al momento dello scatto, sono dei filtri grigi che assorbono luce, ne esistono di diverse gradazioni, naturalmente tanto più grigi sono tanta più luce assorbono, sono utili quando serve usare tempi più lunghi o diaframmi più aperti in presenza di tanta luce.
  • filtro polarizzatore: destinati alla riduzione della luce riflessa del sole e di altre forme di luce polarizzata. Grazie a questa proprietà possono essere evitate sgradevoli riflessioni su superfici lisce e, per esempio, è possibile restituire la trasparenza ad un corso d'acqua illuminato dal sole, che altrimenti apparirebbe bianco o molto chiaro a causa della riflessione della luce. Allo stesso modo, il cielo viene reso più terso e saturo bloccando la luce riflessa del vapore acqueo presente nell'aria. Nelle fotocamere con autofocus è necessario utilizzare il filtro polarizzatore circolare (e non quello lineare)
  • filtro di conversione colore: sono filtri utilizzati per variare la temperatura colore della luce. Trovano impiego nella fotografia analogica, in quanto ogni pellicola è utilizzabile per una singola temperatura di colore, in generale sono commercializzate pellicole per luce diurna o flash (5600K) e per luce al tungsteno (3200K). Fotografare ad una temperatura colore diversa da quella della pellicola utilizzata provoca una dominante cromatica, e per ovviare a tale inconveniente è necessario utilizzare i filtri di conversione colore. Nella fotografia digitale la temperatura colore si corregge con la funzione di bilanciamento del bianco.
  • filtri creativi: si utilizzano per creare effetti speciali, sfumare un'immagine, creare un'effetto stella sulle luci, ottenere un effetto sfocato marcato, etc.
  • filtro infrarossi: utilizzato nella fotografia ad infrarossi, serve a rimuovere le lunghezze d'onda della luce visibile lasciando passare unicamente la luce infrarossa.
Ad eccezione dell'effetto provocato dal filtro polarizzatore, tutti gli altri filtri possono essere sostituiti in ambito della fotografia digitale, dai programmi di fotoritocco, che hanno al loro interno funzioni che generano effetti, sull'immagine, uguali o simili a quelli dei filtri.
Tutti i filtri fotografici creano un nuovo livello vetro-aria che deve essere attraversato dalla luce per raggiungere la pellicola o il sensore. Questo comporta sempre una pur minima attenuazione e una perdita di definizione dell'immagine. Perciò è assolutamente raccomandato l'utilizzo di filtri ad alta qualità ottica.
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